Polizze vita: tutto quello che c’è da sapere

La polizza vita è uno degli strumenti di investimento più utilizzato dagli investitori.

Questo perché è uno strumento che si presta a soddisfare molteplici bisogni: può rappresentare una forma di risparmio, può proteggere le persone care da una morte prematura, può essere una forma di investimento sia per i privati che per le aziende.

Esattamente la polizza vita è il contratto attraverso cui un’impresa di assicurazione si impegna a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana (morte o sopravvivenza).

Quali sono quindi i soggetti coinvolti nella stipula di una polizza vita?

I soggetti sono:

  • L’impresa assicuratrice

  • Il contraente: è colui che stipula il contratto con la compagnia di assicurazione e che paga il premio dovuto; benché contraente ed assicurato possano essere due soggetti distinti, normalmente la figura del contraente coincide con l’assicurato. Il contraente è anche colui che designa il beneficiario (o i beneficiari).

  • L’assicurato: è la persona fisica sulla cui vita viene stipulato il contratto. La persona assicurata non può essere modificata per tutta la durata del contratto e quest’ultimo rimane in essere fintanto che il soggetto assicurato è in vita; al momento del suo decesso il contratto cessa anche lui di esistere.

  • Il beneficiario: è colui (o sono coloro) che riceverà al decesso dell’assicurato la prestazione del contratto. Il beneficiario viene designato all’atto della stipula del contratto dal contraente che può comunque cambiarlo nel corso della vita della polizza anche più di una volta tramite comunicazione diretta alla compagnia oppure tramite testamento.

Il beneficiario non necessariamente deve essere a conoscenza dell’esistenza del contratto, anche se sarebbe auspicabile per evitare che il controvalore della polizza al momento del decesso dell’assicurato non venga riscosso e alla lunga diventi “dormiente” (trascorsi 10 anni).

  • Il referente terzo: nel caso di esigenze di riservatezza e per evitare che la polizza non venga riscossa dal beneficiario eventualmente ignaro della sua esistenza è possibile nominare nel contratto una terza figura cui la compagnia potrà rivolgersi per comunicare il decesso dell’assicurato e la conseguente liquidazione della polizza.

Come scegliere la polizza più adatta da sottoscrivere?

Dipende innanzitutto da chi deve sottoscrivere la polizza, privato oppure azienda, e di conseguenza dalle proprie specifiche esigenze. Quindi in partenza bisogna capire quali sono i propri obiettivi di vita, se ci sono delle persone care da tutelare, se c’è un patrimonio personale o aziendale da tutelare, che orizzonte temporale e quale propensione al rischio si ha, se si hanno esigenze successorie.

Se parliamo invece di aziende tra le diverse esigenze che la polizza vita può soddisfare ci sono la gestione della liquidità, la gestione del Tfr maturato e anche l’accantonamento a Tfm per gli amministratori.

Per far fronte a tutte queste esigenze si può scegliere tra diverse tipologie di polizza a seconda dell’aspetto che si desidera tutelare maggiormente.

Vediamo quali sono.

  1. Polizze Caso morte: sono quelle polizze che proteggono finanziariamente i propri cari dalla morte prematura dell’assicurato

  2. Polizze Caso vita: sono rappresentate dall’ampio universo delle cosiddette polizze di investimento o di risparmio. Sono strumenti che prevedono il pagamento da parte della compagnia di un capitale oppure di una rendita alla scadenza del contratto o al decesso dell’assicurato (cd polizze “a vita intera”)

  3. Polizze Miste: sono polizze caso vita che comprendono anche una copertura caso morte.

 La prima categoria di polizze quelle caso morte sono ampiamente diffuse in abbinamento alla stipula di un mutuo ma lo sono in minima percentuale se stipulate singolarmente.

Le polizze vita invece sono molto diffuse come forma di risparmio (tra queste possiamo ricomprendervi anche le polizze miste) e di investimento. 

Analizziamo adesso quale è la differenza che esiste tra queste due forme. 

Le polizze di risparmio sono polizze che hanno rendimento minimo e consento degli accantonamenti ricorrenti o in un’unica soluzione, sono forme adatte a chi ha un profilo di rischio medio basso e vuole un rendimento costante nel tempo.

Vengono definite polizze rivalutabili. Nello specifico sono contratti di assicurazione il cui rendimento è agganciato ad una Gestione Separata; la Gestione Separata è un fondo appositamente creato dalla compagnia attraverso cui investe i premi incassati dai sottoscrittori e principalmente composto da titoli di stato e titoli obbligazionari. Rappresenta un fondo diviso (non separato) dal patrimonio aziendale e i titoli che lo compongono vengono valorizzati al cd. “Costo storico”, quindi nel calcolo del rendimento non tengono conto delle oscillazioni di mercato (anche se le subiscono).

Questo tipo di polizze hanno storicamente riscosso molto successo tra gli investitori in quanto hanno garantito rendimenti stabili nel corso del tempo; tuttavia i bassi rendimenti degli ultimi anni hanno generato deflussi da questo tipo di investimenti a favore di altre forme più redditizie e questo ha creato problemi per alcune compagnie.

Le polizze di investimento sono invece forme di investimento adatte a chi vuole investire in modo più dinamico e diversificato in quanto sono contratti di assicurazione il cui rendimento è indicizzato all’andamento del valore della quota dei fondi interni (unit linked) oppure di indici di mercato (index linked). I fondi possono   essere scelti dal sottoscrittore in funzione del proprio profilo di rischio e quindi devono rispecchiare la sua specifica propensione al rischio in quanto quest’ultimo grava direttamente su di lui.

Questo tipo di contratti consentono di coniugare i vantaggi dell’investimento finanziario con quelli dello strumento assicurativo in quanto permettono di scegliere di investire tra tutte le forme di strumenti finanziari (fondi, sicav, titoli obbligazionari, titoli azionari, etf) ma inserendoli nel contenitore assicurativo e quindi di beneficiare dei vantaggi esclusivi di quest’ultimo.

I vantaggi unici che derivano dalla sottoscrizione di un contratto assicurativo sono:

  • Esenzione dalle imposte di successione (tutte le polizze vita): in base al disposto dell’art. 1920 del Codice Civile i capitali derivanti dalla liquidazione di una polizza vita in caso di decesso dell’assicurato sono per il beneficiario esenti totalmente da imposte di successione e fuoriescono dall’asse ereditario.

  • Insequestrabilità e impignorabilità (tutte le polizze vita): l’art. 1923 del Codice Civile dispone che le somme investite in una polizza vita non possano essere aggredite dai creditori del contraente (fatte salve alcune eccezioni disciplinate dal Codice). La giurisprudenza in materia ha definito alcune specifiche caratteristiche che le polizze devono avere per essere sicuramente insequestrabili e impignorabili quali, ad esempio, la componente previdenziale e quella demografica.

  • Ottimizzazione fiscale (polizze Unit Linked): sulla base della normativa fiscale attuale la polizza vita consente la compensazione di redditi diversi (plusvalenze/ minusvalenze derivanti dalla vendita di strumenti finanziari) e di redditi di capitale (cedole/dividendi) e la possibilità di compensare le minusvalenze con plusvalenze di qualsiasi natura. Ciò non è possibile con nessun altro strumento finanziario.

Le polizze vita sono quindi strumenti che possono soddisfare molteplici esigenze sia di privati che di aziende consentendo allo stesso tempo di poter sfruttare tutte le opportunità che i mercati finanziari offrono.

Oltre a ciò le polizze vita offrono dei vantaggi esclusivi che nessun altro strumento finanziario ha.

Se sei interessato ad approfondire questo tema e a valutare come tale strumento possa soddisfare le tue specifiche esigenze richiedi ora una consulenza personalizzata.

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