Venture Capital: quello che ti serve sapere

Vi è mai capitato di guardare il grafico di lungo periodo dell’andamento delle azioni di una grande azienda del cosiddetto comparto “growth”? Magari di uno dei colossi ricompresi nell’acronimo “FAANG”, ovvero Facebook/Meta, Apple, Amazon, Netflix e Google/Alphabet. Forse, osservando quel grafico, vi è successo di immaginare quale incredibile guadagno avreste potuto realizzare puntando su quel titolo dieci anni fa.

Immaginate, allora, cosa avrebbe potuto significare per il vostro portafoglio, avere l’opportunità di investire in una di quelle aziende, addirittura prima della quotazione in borsa.

Certo, difficilmente si può pensare di avere la fortuna di bussare alla saracinesca abbassata di un garage, all’interno del quale pochi geniali amici stanno gettando le basi di un futuro miracolo aziendale, e proporsi come soci finanziatori. È anzi facile comprendere quanto rischioso potrebbe essere concentrare i propri risparmi a favore di un’iniziativa imprenditoriale nascente, che potrebbe avere un successo entusiasmante ma anche fallire il proprio scopo.

La buona notizia è che esiste un settore chiave dell’ecosistema economico globale, in cui viene svolto professionalmente proprio questo ruolo fondamentale, ovvero quello di finanziare e sostenere l’innovazione e la crescita di quelle imprese emergenti, accuratamente selezionate in quanto ritenute più meritevoli.

Questo settore è il Venture Capital.

Ed oggi, grazie alle recenti evoluzioni legislative, è possibile anche per un piccolo investitore partecipare al finanziamento di aziende innovative in diverse fasi della loro espansione…

….comprendendone l’alto potenziale di rendimento, e necessariamente il rischio correlato. Ed usufruendo in molti casi di importanti agevolazioni fiscali.

Azimut, con un’esperienza pluriennale nel settore, mette a disposizione dei propri clienti esattamente questa possibilità, ovvero quella di investire in fondi di Venture Capital.

Ma vediamo nel dettaglio quali sono le fasi dello sviluppo di un’azienda e dove e come può intervenire il Venture Capital.

Fasi di investimento

  • Pre-seed: fase embrionale in cui non c’è ancora un’impresa ma piuttosto un’idea che deve prendere forma. In questa fase gli unici investitori solitamente disposti ad intervenire sono identificati con le tre F di “family, friends and fools”. L’imprenditore necessita quindi di un nuovo socio, o di un incubatore.

  • Seed: in questa fase il seme (“seed” per l’appunto) viene piantato, nella speranza che possa crescere nel terreno rappresentato dal mercato di riferimento. Il prodotto o i servizi offerti vengono definiti, e grazie alle analisi di mercato si mettono a punto il modello di business e le possibilità di profitto. Alle tre F viste prima, per apportare capitale si affiancano ora investitori istituzionali (banche), gli acceleratori, il crowdfunding o i cosiddetti “business angels”.

  • Early Stage: è questa la delicatissima fase dove generalmente, ai soggetti già citati, si può affiancare il Venture Capital. Se si è messo a punto un giusto “product/market fit”, ovvero se è positivamente testata la misura in cui un prodotto o servizio è in grado di soddisfare i bisogni di un mercato specifico, si otterranno i primi ricavi. E sulla base di questi, sarà possibile ottenere finanziamenti di capitale (solitamente tra 500k€ e 1M€), magari proprio tramite il Venture Capital, che entra nel capitale sociale affiancandosi ai soci, fornendo risorse utili ad assumere talenti ed acquisire clientela.

  • Growth: la start-up prende ora la forma di una vera e propria realtà aziendale. I capitali ora non servono più per l’avviamento, ma per lo sviluppo e la crescita dell’impresa: definizione di strategie commerciali, sviluppo di nuovi canali di distribuzione, ingresso in nuovi mercati e internazionalizzazione. I finanziamenti assumono dimensioni sempre più importanti, identificate con lettere crescenti: il round A (da 1 a 10M€) ed il round B (da 10 a 100M€) nella cosiddetta “early growth”, round C/D/E (dai 100M€ in su) caratterizzano invece la “sustained growth”.

  • Exit: questa fase rappresenta il lieto fine per il Venture Capital (e per tutti gli altri soci). L’azienda viene ceduta, solitamente in una delle tre seguenti possibilità: vendita ad un altro compratore finanziario (fondo di investimento di private equity); acquisizione da parte di un’altra azienda; quotazione in borsa tramite offerta pubblica iniziale (IPO). Con questa “uscita” dal capitale a suo tempo acquisito, il Venture Capital realizza solitamente extra-rendimenti quantificabili in multipli dell’investimento iniziale.

Rischi, benefici e ruolo del Venture Capital nel finanziare l’innovazione

Come accennato inizialmente, non certo tutte le start-up giungono ad una “exit” di successo. Anzi, nelle prime fasi descritte si rileva un’elevata probabilità di fallimento: solo una piccola parte di queste nuove realtà riesce a farsi finanziare, svilupparsi, e giungere alla piena maturità aziendale.

Per questo motivo è facile capire l’elevato rischio connesso ad investimenti di questo tipo.
E come solo un elevato grado di esperienza e una raffinatissima capacità di selezione delle aziende in cui immettere capitale, possa permettere di approcciarsi a questo mondo con buone possibilità di riuscita e di guadagno.

Se la scelta delle start-up da finanziare è eseguita correttamente, i potenziali elevati rendimenti, sono infatti in grado di bilanciare i rischi, e ripagare l’illiquidità tipica di questo tipo di investimenti pluriennali.

Inoltre, il Venture Capital finanzia per lo più start-up o PMI innovative, permettendo in molti casi di accedere a rilevanti benefici fiscali, come la detassazione totale di redditi di capitale, redditi diversi e imposte di successione (previsti per i cosiddetti PIR alternativi), o come la detrazione del 30% (o pari deduzione per le persone giuridiche) dell’investimento effettuato.

Non per ultimo, finanziando l’innovazione si contribuisce alla nascita e la crescita di nuovi fondamentali settori dell’economia italiana, con tutto ciò che ne consegue in termini anche di creazione di nuovi posti di lavoro.

Il Gruppo Azimut, e in particolare la piattaforma Azimut Libera Impresa, si propone da anni la missione di diventare il punto di incontro tra l’economia reale ed il risparmio gestito. Pertanto, si rivolge a imprenditori e PMI da un lato, per consentirne uno sviluppo sostenibile, ed a risparmiatori e investitori dall’altro, offrendo opportunità di rendimento e creazione di valore tramite fondi (ELTIF) di investimento in Private Equity, Private Debt e Venture Capital.

Se sei interessato a questo tipo di opportunità, o ti interessa approfondire i temi accennati, inserisci i tuoi dati nel modulo qui di seguito, e ti contatterò il prima possibile.

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